Mostra personale di Emiliano Properzi in collaborazione con Lola Love Studio Sartoriale
“Non ho mai voluto sottomettermi a vincoli o regole, e non mi interessava nemmeno la bellezza estetica delle mie opere. Però, già appassionato di disegno e pittura (...) ho sempre aspirato a trovare nuove soluzioni formali...”.
Queste affermazioni tratte da un’intervista ad un writer potrebbero valere anche per Emiliano Properzi, per quanto nel suo caso si potrebbe aggiungere che il suo processo di indagine artistica alla fine, una certa ricerca del bello pare decisamente esprimerla..
Guardalo ora - faccia a faccia.
La modernità ha prima visto l’arte divellere forma e soggetto e poi passare il resto del tempo a cercare di rimetterle insieme preoccupata del loro reciproco rapporto. In questa prospettiva, le opere di Properzi possono essere senz’altro considerate moderne.
La “post”modernità, nonostante la sua etichetta ingannevole, ha semplicemente aggiunto un senso di multidirezionalità: solo perché fai parte dell’avanguardia, non significa che tu sappia dove andare o che ci sia addirittura una strada da seguire, stai solo scattando in avanti, in un momento in cui gli altri non lo fanno. Continui a camminare verso l’ignoto.
Properzi sembra accettare anche questo.
Il cosiddetto Post-graffitismo, nonostante la discutibile etichetta, può denotare un’arte in qualche modo nata dalla pratica del graffiti-writing, o che quantomeno glie ne è in qualche modo debitrice. Che un artista voglia accettarlo o meno, se i criteri sono soddisfatti, il concetto può essere applicato.
Un artista formatosi attraverso una pratica sub-culturale e illecita, anche se sceglie di non evidenziare la questione utilizzando un nome differente da quello di strada come nel caso di Properzi, porterà sempre l’impronta di questa peculiare scuola, in un modo o nell’altro.
Naturalmente questo approccio può concretizzarsi in modi sottili, come è certamente il caso dei disegni di Emiliano. Discernere queste tracce può sembrare ovvio per chi ne conosce il percorso, complesso per gli ignari non iniziati.
E, in definitiva, con graffiti writing, cosa intendiamo?
Un campo da gioco.
Mimetismo Fitomorfo raccoglie una serie di disegni che Properzi ha realizzato con tecniche miste negli ultimi anni. Le sue opere su carta, mostrano una qualità volutamente simile a uno schizzo, come a sottolineare la natura esplorativa del suo sforzo, mentre il ripetersi dell’orientamento e dei formati insieme alla dipendenza da una sotto struttura congenere, danno vita a una serialità che rafforza ulteriormente tale impressione.
Ogni opera ritrae un volto che esprime giocosità primordiale, visi animati da colori che evocano una giungla immaginaria. Non possiamo e non dobbiamo ricorrere a confronti impropri: a differenza delle decorazioni finto-organiche infatti, i graffiti selvaggi ci devono piuttosto riportare alla mente la l’invadenza delle piante infestanti che popolano gli spazi incolti. Così come graffiti di ogni tipo si nascondono nelle strutture, nelle ombre e negli angoli della proverbiale giungla urbana, il soggetto figurativo rappresentato da Properzi sembra fare capolino – più o meno nascosto – da un miscuglio di segni e colori, allo stesso tempo resti e richiami, delle passate tracce lasciate clandestinamente dall’artista nello spazio pubblico.
Passiamo in rassegna le linee dei disegni una per una, faccia dopo faccia. In un’accezione alternativa, il termine denota il fronte visibile delle cose, mentre in una più generale, ciò che è presente, non nascosto come una facciata rivolta verso la strada, o in senso figurato qualcosa da affrontare.
Trovandoci di fronte alle opere, dobbiamo affrontarle: qualunque siano i loro fatti e le loro sfaccettature formative, l’esperienza che esse hanno da offrire sarà vissuta prima di tutto intuitivamente. Macchie di vernice, un flusso di colori, linee dure in contrasto, campiture taglienti, incastri e motivi irritanti.
Un caos, un tutt’uno.
I volti colorati cui siamo dinnanzi richiamano e invocano antichi archetipi, catturano lo sguardo, ci fissano, attraggono e respingono, focalizzano, sfocano. Vicini, eppure fuori portata.
Ora, di fronte alle opere di Emiliano Properzi – cosa stiamo guardando?
In definitiva, un campo da gioco.
Ad arricchire l’esposizione, una opera sperimentale: Properzi ha realizzato uno dei suoi dipinti su un tessuto poi consegnato allo studio Lola Love per realizzarne un abito speciale, “un pezzo unico a quattro mani” come lo hanno definito loro stessi. L’idea, dicono, è nata da una chiacchierata informale davanti a una pizza durante la quale il ricorso al gergo è stato ampio da parte di entrambi.
Forse per questo hanno battezzato il frutto del loro incontro “una bomba”.
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